Elemens a K.EY

Nell’ambito di K.EY, il principale evento sulle rinnovabili italiane che si è svolo a Rimini dal 22 al 24 marzo 2023, Elemens è intervenuta portando il suo punto di vista in 3 conferenze.

In particolare, il nostro business analyst Andrea Musso ha effettuato una presentazione all’interno del convegno “Scacco matto alle rinnovabili” organizzato da Legambiente, con una presentazione sui numeri del permitting Italiano.

Poi, il nostro partner Tommaso Barbetti è intervenuto con una presentazione nell’ambito del convegno “Il gap formativo per la transizione energetica: le risorse necessarie per lo sviluppo” organizzato da RWE, analizzando il carico di lavoro in mano alle amministrazioni che procedono alle valutazioni dei progetti green in Italia e le competenze che è necessario che vengano acquisite da parte degli organici della PA.

Infine, Tommaso è intervenuto come keynote speaker nel seminario organizzato da ANIE Rinnovabili dal titolo “Gli effetti degli iter autorizzativi sulle richieste di connessione”

 

Presentato il LookOut 36 (Q1-23)

Elemens ha presentato il primo LookOut del 2023 martedì 28 febbraio pomeriggio, in un evento dedicato esclusivamente ai propri clienti iscritti al servizio LookOutIl titolo del report presentato è: “L’anno della Marmotta“.

Quali sono i temi del report?

Il 2022 è stato un vero e proprio spartiacque nel mondo dell’energia: la crisi internazionale ha messo in luce le fragilità del nostro sistema
energetico, portando all’affannata ricerca di correttivi e nuove prospettive.

La spinta narrativa verso un mondo decarbonizzato si è fatta improvvisamente forte, esaltando il ruolo delle rinnovabili e dello storage. Ma se lo sfondo è nitido, i dettagli in primo piano sono ancora sfocati, sebbene l’osservatore più acuto possa già provare a evidenziarne in contorni.

Autorizzare più rinnovabili: sì, ma come? Le autorizzazioni (almeno sul solare) stanno arrivando. Tutto questo accade però in una sorta di
sospensione su quali siano le idee del sistema sul permitting: le recenti semplificazioni hanno forse aggiunto entropia, mentre i concetti di aree idonee e di agrivoltaico rimangono ancora in attesa della definizione finale lasciando solo intravedere la strada ottimale a chi fa sviluppo. E accade in un quadro di saturazione delle connessioni alla rete, la cui disciplina sarà con tutta probabilità rivista in qualche suo elemento, al fine di evitare l’esplosione del sistema.

E, una volta realizzati in quale modello di mercato vivranno questi nuovi asset? Proprio ora è in consultazione la revisione del market design a livello Europeo – un design che così nuovo, almeno se confrontato con la regolazione italiana già vigente, non è.

I punti aperti sono tanti, dunque: ma la paura che si stia aprendo una fase di pericolosa incertezza non deve prevalere, perché il futuro sembra percorrere – evolvendole – direttrici già intraprese, lasciando immaginare anche gli impatti sul mercato (chi farà cosa? A che prezzi si compreranno i progetti? Dove si è spostata la competizione? Quale sarà la route to market?). I dubbi restano piuttosto sulle tempistiche: il 2023 sarà l’anno che fornirà tutte le risposte oppure, come nel celebre film, ci troveremo a vivere – uguale a sé stesso – l’ennesimo anno della svolta attesa e posticipata?

Le risposte sono a portata di mano per chi guarda dati e contesto. Per questo Elemens, come a ogni LookOut di inizio anno, ha fatto il punto sui numeri del settore e sulle strategie degli operatori, effettuando al contempo le proprie previsioni per il 2023. Mostreremo il ranking degli operatori più attivi in ciascun segmento (dagli asset in esercizio fino allo sviluppo PV, wind e storage, dagli annunci di pipeline fino ai deal conclusi, fino infine al market share del trading su rinnovabili), dando conto (e conti) delle principali operazioni e andando, in ultima istanza, a definire una nuova mappa strategica del settore.

Per informazioni sul LookOut si prega di seguire questo link.

Aste Fer: i perché della bassa partecipazione – articolo di T. Barbetti

Il nostro Partner Tommaso Barbetti ha scritto un articolo per Quotidiano Energia intitolato: “Aste Fer e il perché della bassa partecipazione”, pubblicato il 31 maggio 2022.

Di seguito il testo dell’articolo:

Aste Fer: i perché della bassa partecipazione

Il grosso delle autorizzazioni sono sul FV agricolo, che non può partecipare. Peccato non aver potuto spostare l’ultima procedura. Le lezioni e le sfide da cui ripartire.

Solo per i più distratti gli esiti della prima asta Fer del 2022, pubblicati ieri a tarda notte, saranno risultati sorprendenti. Certamente nessuno si aspettava l’esaurimento del contingente, superiore a 2,3 GW. Ma in diversi contavano su un livello di partecipazione in linea con quello dell’ultima procedura (oltre 1 GW), aggrappandosi forse alla nascente narrativa delle semplificazioni e dello sblocco dei progetti: invece, sono stati assegnati appena 317 MW, poco più del 10% del contingente disponibile (ça va sans dire, a ribassi minimi).

Beninteso, nell’ultimo periodo il ritmo dei progetti autorizzati è aumentato e non poco: da novembre (chiusura dell’ultima asta del 2021) a gennaio (chiusura della prima asta del 2022) sono state rilasciate autorizzazioni alle rinnovabili per circa 800 MW. Com’è dunque possibile che la partecipazione all’asta sia stata così bassa?

C’è chi sostiene che possa dipendere dai nuovi scenari sui prezzi energia, che spingerebbero gli operatori con progetti autorizzati verso il merchant, allontanandoli così dalle aste. Ipotesi questa che, nonostante le trattative per nuovi Ppa stiano impazzando (soprattutto sul solare), pensiamo di poter scartare, per il momento: vuoi perché le aste del Gse non precludono definitivamente l’accesso al mercato (sia nei 18 mesi dopo l’entrata in esercizio, sia – anche in seguito – nel caso in cui si decida di rinunciare all’incentivo), vuoi per l’atteggiamento guardingo degli operatori, disorientati sia dalla volatilità del mercato sia dalla mano della legislatore che è calata sui prezzi (Sostegni-ter e Taglia Prezzi), in un mondo in cui il confine tra strumenti regolati e di mercato è (e sarà) sempre più labile.

Vale dunque la pena spostare l’attenzione sulle caratteristiche dei progetti autorizzati nel periodo di interesse. Si noterà che la maggioranza di essi (550 MW) sono progetti fotovoltaici in area agricola: per essi la partecipazione in asta è a tutt’oggi vietata (anche per i c.d. agrivoltaici, sebbene il Decreto Semplificazioni 2021 abbia nominalmente rimosso il divieto: in attesa che venga introdotta in normativa una definizione precisa di cosa sia l’agrivoltaico, il Gse non consente l’iscrizione di questi impianti). Restano dunque i soli progetti di fotovoltaico in area industriale e gli eolici, che ammontano appunto a 250 MW, un valore non sorprendentemente prossimo al livello di partecipazione all’asta.

Queste numeriche, oltre ad offrire un valido razionale sul livello di partecipazione alle aste, restituiscono anche una migliore chiave di lettura sull’andamento delle autorizzazioni alle rinnovabili: un fenomeno che va analizzato non nel suo insieme, ma con riferimento agli specifici trend – così diversi tra di loro – di ciascuna tecnologia e, soprattutto, di ciascuna Regione Italiana.

Domani si riparte con una nuova asta, l’ultima prevista dall’estensione del DM Fer apportata dal Dlgs 199/2021. Il livello di autorizzato nei primi mesi del 2022 è ancora aumentato, ma rimarranno valide le considerazioni di cui sopra: il grosso dei nuovi progetti sarà soprattutto PV in area agricola, dunque non iscrivibile in asta. Una sorta di paradosso, nel momento in cui si invoca a gran voce il “disaccoppiamento del prezzo delle rinnovabili da quello del gas”, fattispecie di cui le aste Fer sono una delle possibili espressioni, e al contempo si lamenta la bassa partecipazione nelle aste italiane rispetto a quelle del resto d’Europa.

Salvo sorprese, la storia del DM Fer si chiuderà con una quota di contingente non assegnato. In tal senso, è un peccato che – apparentemente per ragioni di compliance con le Linee Guida Europee sugli Aiuti di Stato – non sia stato possibile posticipare l’asta a dopo l’estate, quando forse sarebbe stato lecito attendersi un livello di partecipazione maggiore. Ciò anche tenuto conto che il decreto delle “nuove aste” (il c.d. DM Fer 3: prevedrà, tra le altre cose, aste per eolico onshore e fotovoltaico per i prossimi 5 anni) appare ancora lontano dall’essere approvato e che quindi si andrà verso uno stop&go dello strumento.

Ripartiremo nel 2023 con una serie di “lessons learned” e con sfide nuove: tra le lezioni, l’aver compreso che il successo di un’asta dipenda da un attento bilanciamento del livello dei contingenti, delle tempistiche di svolgimento delle procedure, delle basi d’asta (specie in tempi di crisi della supply chain, con incrementi di Capex che fino a pochi mesi sembravano impossibili da immaginare) e dei requisiti di partecipazione, ove alcuni vincoli – come quelli sul fotovoltaico agricolo – paiono ormai superati dalla storia. Tra le sfide: accelerare l’integrazione dello storage nel mercato e consentire alla crescente domanda di Ppa dei consumatori finali di esprimersi senza interferenze.

Presentato il LookOut 35 (Q4-22)

Elemens ha presentato l’ultimo LookOut del 2022 mercoledì 14 dicembre pomeriggio, in un evento dedicato esclusivamente ai propri clienti iscritti al servizio LookOutIl titolo del report presentato è: “Greed for grid”

Quali sono i temi del report?

300 GW: è questo l’impressionante valore a cui si approssimano ormai le richieste di connessione per impianti a fonti rinnovabili in Italia. Un valore che – come notava la stessa Terna – supera di 3 volte, e con 8 anni di anticipo, l’obiettivo al 2030. Un valore che tuttavia raccontamolto delle dinamiche di sviluppo in Italia, dove l’approccio difensivo di diversi operatori, indotto dall’inefficienza del permitting (chiedere 100 per autorizzare 10), innesca un circolo vizioso fatto di saturazione virtuale, onerosissimi rinforzi di rete e STMG vendute poche ore dopo il loro ottenimento. Un valore, infine, che anticipa importanti cambiamenti che inevitabilmente avverranno, nei prossimi mesi, sulle dinamiche di connessione: del resto, le esperienze dei nostri partner europei insegnano.

E’ forse questo oggi il principale “issue” che, chi fa sviluppo in Italia, dovrebbe tenere in considerazione: un issue che però al momento il mercato sembra per lo più ignorare, con il valore dei progetti che raggiunge vette inesplorate contro ogni evidenza su quanto potrà avvenire nei prossimi mesi. Regolazione dei ricavi (con il cap in via di arrivo), incremento degli LCOE (CAPEX aumentati, inflazione, debito costoso, WACC accresciuti), aumento delle autorizzazioni disponibili: tutti elementi che dovrebbero spingere verso il basso il valore dei progetti. Eppure…

A brevissimo conosceremo come gli Stati Membri e l’Italia applicheranno il cap europeo sui ricavi a mercato delle rinnovabili, ormai certamente in vigore fino a marzo 2023 e poi chissà.

In questo “chissà” si trova il potenziale impatto sulla redditività delle iniziative merchant valutate nello scenario di prezzo di Elemens.

L’incremento di attrattività della soluzione PPA per i produttori di conseguenza cresce, anche per la bancabilità che sembra ormai consolidata nel caso di rispetto di determinate condizioni. Lato consumatori, invece, la crisi energetica ha acceso un fortissimo interesse verso i Corporate PPA, caratterizzati da prezzi al cliente finaleche in alcuni casi possono essere molto diversi dai prezzi industrialiprincipalmente legati all’evoluzione degli LCOE e che soddisfano l’investitore. In mezzo ai due prezzi si trovano i rischi che né il produttore, né il consumatore finale intendono generalmente assumersi. Tra essi primeggia la CCT – esplosa nel 2022, non direttamente controllabile dalle parti ma legata allevoluzione del sistema elettrico e della rete – la cui stima a lungo termine è ancora più essenziale.

 

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Elemens al Forum di Italia Solare

Il Partner di Elemens, Tommaso Barbetti ha partecipato in qualità di keynote speaker alla settima edizione del Forum di Italia Solare tenutosi a Roma nei giorni 1 e 2 dicembre 2022, riguardante il Fotovoltaico e la soluzione al caro energia.

Maggiori informazioni a questo link: https://www.italiasolare.eu/is-eventi/forum-2022-italia-solare/

 

 

 

 

Elemens a Telegenova

Il nostro Partner Tommaso Barbetti in data 29 novembre 2022 è intervenuto su Telegenova nell’ambito dei Dialoghi sull’Energia organizzati da Tirreno Power SpA: l’argomento centrale dell’agenda è stato lo sviluppo delle Comunità Energetiche.

 

 

 

 

 

Elemens presenta lo studio di apertura di Key Energy

Elemens ha presentato lo studio di apertura della kermesse di Key Energy di Rimini, la principale delle manifestazioni sulle rinnovabili in Italia. Lo studio avente oggetto gli impatti degli scenari di decarbonizzazione è stato presentato dal Partner di Elemens Andrea Marchisio nel corso del convegno inaugurale.

Sono poi intervenuti nel corso della manifestazione Tommaso Barbetti – Partner di Elemens – e  Salvatore A. Casa – responsabile dell’Area Mercati Elettrici di Elemens: Tommaso ha effettuato una presentazione sulle aree idonee e le Sun Belts, mentre Salvatore ha presentato una relazione sugli Scenari di sviluppo del mercato dei sistemi di accumulo in Europa e in Italia.

 

Elemens con SEA in operazione con A2A

Elemens ha partecipato in qualità di Advisor tecnico per conto di SEA nell’operazione di acquisizione di SEA Energia da parte di A2A, tramite la sua partecipata A2A Calore e Servizi.

Con l’acquisizione, A2A ottiene la gestione della centrale di cogenerazione di Linate e quella di trigenerazione di Malpensa con l’obiettivo di favorire il processo di decarbonizzazione dei due aeroporti.

Andrea Marchisio (Partner Elemens): “La peculiarità dell’operazione non è solo legata all’acquisizione da parte di A2A di circa 100 MW di capacità installata degli impianti di Linate e Malpensa ma anche alla contestuale sottoscrizione di due contratti con SEA, per l’energia elettrica e l’energia termica – quest’ultimo di lungo periodo – in un percorso strategico verso la net zero. Elemens ha potuto quindi offrire il proprio supporto sul fronte regolatorio, sulle formule contrattuali di fornitura, sugli scenari di mercato e sul business planning, lavorando affinché tutti questi elementi risultassero reciprocamente coordinati e coerenti con gli obiettivi di SEA.”

Di seguito i link ai principali articoli dei quotidiani che hanno riportato la notizia:

 

 

 

 

 

Aste Fer: non è (solo) una questione di prezzi – articolo di T. Barbetti

Il nostro Partner Tommaso Barbetti ha scritto un articolo per Quotidiano Energia intitolato: “Aste Fer: non è (solo) una questione di prezzi”, pubblicato il 4 ottobre 2022.

Di seguito il testo dell’articolo:

Aste Fer: non è (solo) una questione di prezzi

Tra tempi di messa in esercizio e “collaudo” chi rinuncia a un’opzione di contratto a 65 €/MWh dal 2026? La bassa partecipazione dipende ancora dai pochi progetti e, semmai, dai Capex aumentati.

Per l’ottava volta consecutiva (su nove complessive), le procedure del Gse non sono riuscite ad assegnare tutti gli “incentivi” disponibili – si notino le virgolette: difficile chiamare incentivi contratti per differenza per lo più sotto i 100 €/MWh, di questi tempi.

Catturano come al solito la nostra attenzione i risultati dell’asta del gruppo A, la procedura destinata ad accogliere progetti eolici e fotovoltaici in area non agricolo, non foss’altro perché il contingente destinato all’asta copriva i due terzi del totale delle procedure: a fronte di un contingente di 1.905 MW hanno partecipato 537 MW, di cui 124 MW si sono successivamente ritirati (o sono stati esclusi dal Gse) riducendo l’effettiva partecipazione a 413 MW, ossia ad appena il 22% del volume di sostegno disponibile.

Ancora una volta restiamo convinti – e i dati sulle autorizzazioni lo provano – che la maggioranza dei progetti eleggibili abbiano partecipato: non è dunque lo scarso interesse del mercato per lo strumento a giustificare la bassa partecipazione, ma i pochi progetti autorizzati, con gli impianti solari in area industriale che rimangono una nicchia di mercato e gli eolici alle prese con lo stand-by della Via nazionale, solo da poco superato – per 1,3 GW di progetti, tuttavia ancora in larga parte in attesa dell’Autorizzazione Unica – unicamente grazie allo sblocco del Consiglio dei ministri.

Riguardo la bassa partecipazione, troviamo semplicistica la narrativa secondo cui i produttori ormai preferirebbero il “mercato” alle aste, essendo attratti dalle nuove prospettive di prezzo. Bisogna infatti ricordare che – stando ai tempi medi dichiarati dai produttori a una survey di Elemens – in media i progetti vincitori entreranno in esercizio tra 24 mesi (dunque a ottobre 2024). Inoltre, i regolamenti Gse consentono, dopo la messa in esercizio, un periodo “collaudo” di massimo 18 mesi (successivo alla messa in esercizio) in cui gli operatori percepiscono i prezzi di mercato, senza intaccare il periodo di incentivazione: come a dire che i 65 €/MWh dell’asta diventeranno la remunerazione per gli operatori solo da metà 2026, sempre che nel frattempo non decidano di rinunciarvi (senza alcuna penale, se l’impianto sarà già realizzato). Certamente nel mercato ognuno risponde ai segnali di prezzo: ma in quanti potranno aver rinunciato – basandosi sull’aspettativa distorta del 2022 – a un’opzione di contratto a 65 €/MWh dal 2026 (a cui si potrà sempre rinunciare), in un momento in cui la strada dell’intervento regolatorio a compressione dei ricavi delle rinnovabili è più concreta che mai?

Cosa diversa è invece sostenere che i 65 €/MWh dell’asta sono diventati pochi, non tanto in raffronto ai prezzi di mercato, ma tenuto invece conto dell’incremento dei costi di investimento. Eolico e fotovoltaico, per effetto della crisi logistica e dell’aumento del costo dei materiali, stanno sperimentando incrementi sul Capex che vanno dal 25% al 40%. Inevitabile, dunque, che per qualcuno quello che prima bastava oggi non sia più sufficiente: al riguardo, sono proprio i 18 mesi di collaudo a (questi) prezzi di mercato a tenere a galla la redditività delle iniziative e a far sì che – almeno fino ad oggi – non ci sia stata un “fuga dal Gse”.

Mentre scriviamo è in corso la decima procedura. Si tratta, a suo modo, di un piccolo colpo di teatro, dal momento che il Gse aveva comunicato che l’asta di giugno (quella di cui stiamo commentando i risultati) sarebbe stata l’ultima del DM Fer e relativa estensione. Lodevolmente, il Gse è tornato sui suoi passi, lanciando una decima procedura. Tale ipotesi era peraltro espressamente prevista dallo stesso Dlgs 199/21, che prolungava la vita del vecchio DM Fer fino all’esaurimento dei contingenti (lontano, come si è visto) o alla pubblicazione del nuovo decreto di incentivazione (il DM Fer X, ancora più lontano, si teme): non prevedere una nuova procedura di aggiudicazione di energia da parte del sistema a 65 €/MWh (contro un PUN che ieri era a 347 €/MWh) solo per mantenere una formale compliance con le Linee Guida con gli Aiuti di Stato EU, mai come di questi tempi riadattate a piacimento da tutti gli Stati Membri, sarebbe stato beffardo. O persino ironico, se si considera che uno dei grandi temi sul tavolo europeo è il decoupling gas- rinnovabili, di cui le aste del DM Fer rappresentano uno strumento forse poco affascinante ma sicuramente efficace. Anche per questo, consapevoli che difficilmente i contingenti si esauriranno, ci aspettiamo almeno un’undicesima procedura.

 

 

 

Presentato il LookOut 34 (Q3-22) – Edizione Speciale

Elemens ha presentato il terzo LookOut del 2022 giovedì 22 settembre pomeriggio, in un evento dedicato ai clienti iscritti al servizio LookOut e ad alcune bancheIl titolo del report presentato è: “SPECIAL EDITION | Le previsioni di prezzo di Elemens”

Quali sono i temi del report?

Nonostante la crescente complessità nell’interpretare i potenziali scenari dell’immediato futuro, con le incertezze legate alla discontinuità di governo che si sommano a un contesto energetico estremamente volatile e potenzialmente fragile, rimane salda la convinzione che la centralità delle rinnovabili non possa essere messa in discussione benché alcuni provvedimenti attesi da tempo (DM FER 2, DM FER X, aggiornamento PNIEC, le stesse aree idonee) subiranno probabilmente un rallentamento.

E’ forse questo quindi il momento più opportuno per provare a fare chiarezza sulle aspettative di evoluzione del sistema elettrico nella profondità temporale che caratterizza gli asset capital intensive: il lungo termine.

Per farlo, occorre innanzitutto valutare la nuova capacità che sarà installata nei prossimi anni, vivisezionandola in cosa (tipologia di asset, non solo di generazione ma anche di storage), dove (localizzazione zonale) e quando (anno di entrata in esercizio), alla luce dello stato attuale dello sviluppo dei progetti, della sua evoluzione futura, degli economics e del contesto autorizzativo/regolatorio che ci aspetta.

Chiaramente bisognerà valutare anche gli scenari relativi a tutti gli altri driver di prezzo del mercato elettrico, a partire da gas e CO2 fino ad arrivare a domanda (nei volumi e nella distribuzione geografica) e all’infrastruttura di rete.

Arriveremo quindi a presentare – una tantum nellambito del LookOut – le price prediction di Elemens al 2050 del PUN, di ricavo catturato per fotovoltaico ed eolico e di costo di sbilanciamento, descrivendo cosa caratterizzerà i diversi segmenti temporali del futuro.

Ma la valutazione del futuro non può prescindere dal dibattito sui possibili profondi interventi sulle regole del mercato elettrico, a partire dal non-paper della Commissione Europea che suggerisce alcune modalità di decoupling dei prezzi sui mercati elettrici. Diventerà così chiaro che anche la regolazione – o per meglio dire, prima di tutto la regolazione – è un driver in grado di incidere sulla direzione del prezzo elettrico e, quindi, sulla riga dei ricavi delle rinnovabili.

 

Per informazioni sul LookOut si prega di seguire questo link.