The Ferrero Group inked a ten-year Corporate Power Purchase Agreement with Falck Renewables S.p.A. aimed at valorizing the energy produced by two new commissioned PV Plants in Sicily.
Elemens has supported Ferrero in analysing the regulatory and market issues and in identifying the counterparty by arranging and managing a beauty contest with the main operators in the sector.
Andrea Marchisio (Elemens’ Partner): “The two pillars of this PPA are: additionality, which enables the commissioning of a new unsubsidized utility-scale renewable plants, and innovation, the 10-year duration is a horizon never seen before in Italy on Corporate PPAs for 100% additional RES plants. Despite the high competitiveness that RES generation has achieved in Italy, our on-field experience in the sector teaches us how it is uncommon to find such a long-term win-win agreement and the success of this PPA proves the strong commitment of the counterparts to sustainability.”
Elemens ha supportato Ferrero nell’analisi degli aspetti regolatori e di mercato e nella realizzazione e gestione del beauty contest con i principali operatori del settore per individuare la controparte.
Andrea Marchisio (Partner Elemens): “Gli elementi fondanti di questo PPA sono due: addizionalità, che rende possibile la realizzazione di nuovi impianti a fonte rinnovabile senza incentivi, e innovazione, la durata di 10 anni è un orizzonte finora mai visto in Italia sul fronte Corporate PPA con impianti 100% addizionali. Nonostante l’elevata competitività che la generazione rinnovabile ha raggiunto in Italia, la nostra esperienza nel settore ci insegna quanto non sia banale trovare un accordo di lungo termine win-win e il successo di questo PPA testimonia il forte committment delle controparti per la sostenibilità.”
Elemens ha presentato il secondo LookOut del 2021 martedì 25 maggio mattina, in un evento dedicato esclusivamente ai propri clienti iscritti al servizio LookOut . Il titolo del report presentato è: “Recovery: plan?”
Quali sono i temi del report?
Ci sono momenti in cui il mercato si trova privo di coordinate, quasi come mancasse di qualsiasi riferimento prospettico, e altri in cui invece è inondato di informazioni, che si sommano vaghe una all’altra dando la percezione di un percorso confuso e di cui si intuisce solo il punto di arrivo.
Certamente oggi il settore energia ha una sua prospettiva di medio e lungo termine, con la direzione verso un percorso di forte decarbonizzazione che sembra ormai segnata senza margini per ripensamenti. Resta invece da capire “la pendenza” del percorso, in una fase in cui provvedimenti e – soprattutto – programmi si susseguono con una velocità senza precedenti, creando per certi versi un senso di spaesamento nel settore.
Il PNRR, trasmesso pochi giorni fa a Bruxelles, ha un carico di aspettative (e di denaro) inusitato: cosa può comportare, già nel breve termine, per chi sta investendo nel settore energia? Si va verso un consolidamento delle strategie già avviate o saranno necessari cambi di rotta da parte degli investitori? Al tempo, ci si prepara a un nuovo Decreto Semplificazioni (“il Semplificazioni del Semplificazioni del 2020”), per far fronte all’ormai compresa questione autorizzativa (che si arricchisce ogni giorno di nuova aneddotica): saranno ancora una volta interventi cosmetici o finalmente si sbloccherà l’ingorgo presso gli uffici regionali?
Questo mentre si avvicina il momento del nuovo PNIEC, del recepimento della nuova direttiva rinnovabili, del burden sharing regionale, della definizione di una nuova fase di incentivi, solo per dirne alcune. E mentre il mercato si interroga sulle prospettive dell’agrivoltaico, evocato come panacea in un contesto in cui le resistenze sul PV agricolo a terra si fanno sempre più forti, e produce qualche nuovo PPA.
La cronaca del mercato elettrico sta invero rafforzando un contesto fertile per attirare anche le Corporation in contratti di lungo termine, che realizzano la duplice funzione di strumento di hedging e di attuazione di politiche di sostenibilità. Le forti spinte rialziste, che conducono anche i prezzi forward verso livelli che non vediamo da diversi anni, sono sostenute dalla crescita dei costi variabili della flotta convenzionale, poggiati su gas e permessi di emissione.
In particolare, il mercato della CO2 – che ha retto più di altri gli effetti della pandemia nel 2020 – da diverse settimane sta registrando nuovi apprezzamenti, sbriciolando “soglie psicologiche” sempre maggiori. All’alba dell’ingresso nella “Fase 4”, che accompagnerà il mercato fino al 2030, è lecito chiedersi se stiamo entrando in una volatilità da cripto-valuta o se l’ETS sta davvero accomodandosi tra i leader della decarbonizzazione dopo anni da ruolo comprimario?
E’ dunque giunto il momento non solo di individuare le ragioni alla base dei trend più recenti, ma anche di offrire un quadro d’insieme del variegato e non unanime panorama delle view degli analisi del mercato ETS in modo da verificare come rapidamente si sta modificando un consensus che era rimasto quasi immutato per anni, e con esso gli effetti sul mercato elettrico italiano e i prezzi catturati dalle rinnovabili.
Nel percorso dall’Europa all’Italia incontriamo il Capacity Market, con la nuova disciplina in fase di consultazione. Le aste del 2021 sono ancora da calendarizzare, ma le novità regolatorie e l’osservazione delle dinamiche di sistema ci consentono di dare risposte, ancorché preliminari, alla domanda: esiste spazio per nuove unità o sarà una partita per soli impianti esistenti?
Per informazioni sul LookOut si prega di seguirequesto link.
Elemens has opened a position for “Project Leader for Business & Regulation” in its Milan office.
The candidate will lead analyses addressed to Government, Industry and Finance with reference to renewables, energy markets, energy efficiency, hydrogen and M&A activities starting mid-June 2021.
We will consider profiles with the following features:
At least3 years of relevant experience in the energy sector and / or in consultancy
Advanced knowledge of the energy sector policies, of its business environment and its relevant regulation, and a high familiarity with economic basics and market dynamics
Excellent comprehension of legislative / regulatory texts and capability to produce proposals, assessing both the theoretical and the political scenario
Capability to manage high volumes of data/info, to develop complex models and to summarize relevant issues with an effective and brilliant narrative
RelevantMaster of Science (Laurea Magistrale) in Economics / Engineering preferred
Specialistic Master (Master di II livello) will be an asset
Open, curious and creative mindset,reluctant to “mantras”
High level of computer literacy (proficient with MS office suite)
Capability to coordinate a team as well as to work autonomously, managing competing demands and deadlines
Comfortable in speaking in public and to large groups
Italianmother tongue with excellent written and oral expression
L’articolo completo è disponibile sul sito di Edison
24 marzo 2021
Lo scorso 12 febbraio, al momento della lettura della lista dei Ministri del nuovo Governo Draghi, un intero settore è balzato dalla sedia: il moto di stupore è derivato non tanto dai nomi letti dal Presidente, quanto invece dalla frase “Ministro dell’Ambiente, che assumerà la denominazione di Ministro per la Transizione Ecologica, assorbendo le competenze in materia energetica allo stato attribuite ad altri Ministeri e che presidierà il costituendo Comitato Interministeriale per il coordinamento delle attività concernenti la transizione ecologica: prof. Roberto Cingolani”.
La notizia, per il vero, arrivava inaspettata solo per chi non avesse seguito i resoconti delle giornate di consultazione – le parti sociali (e in particolare le associazioni ambientaliste) avevano già anticipato l’introduzione del nuovo Ministero: ciò non toglie che, in circa 30 secondi, si sia così cantato il de profundis dell’attuale governance del sistema energetico italiano, imperniata da oltre un secolo su Via Veneto (sede del Ministero dello Sviluppo Economico).
Come noto, infatti, gran parte delle responsabilità strategiche e operative connesse al settore dell’energia – riferibili agli idrocarburi come alle rinnovabili, alla generazione di energia come alla vendita, agli energivori come all’efficienza energetica – erano in capo al Ministero dello Sviluppo Economico, il dicastero al centro di ogni interlocuzione istituzionale per tutti i player di settore, con gli altri Ministeri, quali l’Ambiente, le Politiche Agricole e Forestali, i Trasporti, il MIBACT), che venivano chiamati in causa su specifici aspetti relativi a specifici provvedimenti (come nel caso delle biomasse per le Politiche Agricole e Forestali)…
Elemens ha pubblicato il primo LookOut del 2021, presentato lunedì 22 febbraio 2021. Il titolo del report è stato: Numeri e previsioni per un anno normale.
Quali sono i temi del report?
In ogni campo il 2021 si è aperto con un carico di aspettative inevitabilmente elevate.
Anche il settore energia (e in particolare quello delle rinnovabili) non fa eccezione: alcuni provvedimenti di portata molto ampia (dalla definizione del Piano di Ripresa e Resilienza al recepimento della Direttiva rinnovabili) vedranno la luce entro l’anno, mentre altri, come il re-design del mercato elettrico, subiranno – dopo tanto discettare – una concreta accelerazione, mettendo di fronte agli operatori un epocale cambio di prospettiva sulle modalità con cui pianificare i propri investimenti e gestire i propri impianti.
In generale il 2020 ha lasciato al settore una dote enorme in termini di pipeline in via di sviluppo, che ci si aspetta che inizi a maturare già nel 2021 i propri frutti sotto forma di nuove autorizzazioni: in attesa di capire qual è la vera via verso un pieno percorso di decarbonizzazione, le aspettative sulla chiusura dei primi PPA diventano finalmente realistiche, pur restando numerosi ostacoli difficili da rimuovere.
Chi sarà protagonista nel corso dell’anno? Il 2020 appena concluso ha mescolato molte carte nel mazzo, ridefinendo il ranking dei primi asset owner e vedendo nuovi (e talora vecchi operatori) assumere un ruolo da protagonista: ciò ci consente di tracciare una prima mappa strategica dei player attivi in ogni fronte in Italia, permettendoci anche di fare un reality check rispetto ai tanti annunci e press release degli ultimi mesi.
A proposito di player attivi sul mercato, non mancherà la consueta analisi di inizio anno del market share dei trader delle rinnovabili del 2021, la cui evoluzione sarà valutata in un momento in cui si può fare il bilancio del mercato elettrico 2020 e, alla luce dei recenti movimenti rialzisti, gettare uno sguardo su quali driver stanno definendo le aspettative di breve periodo.
Aldilà della tradizionale borsa elettrica, non è più possibile prescindere dall’osservazione dei mercati regolati, siano essi esiti di progetti pilota (come i sorprendenti risultati dell’asta Fast Reserve) o meccanismi a regime (l’asta prossima ventura del Capacity Market), che molto ci dicono su come il settore sta approcciando il nuovo promettente segmento dei BESS.
Il capitolo sul nuovo design del mercato elettrico si sta arricchendo sempre di più, sia sul versante delle innovazioni già programmate (leggi: cosa ci dice l’Implementation Plan italiano su gate closure dei mercati, cap&floor, sbilanciamenti) sia sul fronte delle nuove idee per una riforma strutturale che assume sempre più un disegno organico, a dimostrazione – una volta di più – dell’importanza di fattorizzare scenari regolatori dentro i forecast di prezzo catturato per pianificare gli investimenti.
Di tutto questo si parlerà nella presentazione del LookOut Q1-2021(#28), in cui Elemens condividerà – come ormai tradizione – le proprie prediction di inizio anno sulla dimensione del mercato e sui temi che monopolizzeranno l’attenzione delle aziende.
Per informazioni sul LookOut si prega di seguirequesto link.
Elemens ha collaborato alla XVI Edizione del Master RIDEF 2.0_Reinventare l’energia, Master del Politecnico di Milano con il quale collabora dal 2014 partecipando al Consiglio Direttivo e alla didattica coordinando il Modulo 4 (“Generazione sostenibile di energia, reti e mercati”) e svolgendo docenze.
Per la XVI Edizione, Elemens ha curato la responsabilità scientifica del Modulo 4.3 “Il sistema elettrico, il quadro regolatorio, i mercati e i nuovi modelli di business”.
L’obiettivo del modulo è fornire gli strumenti per comprendere e valutare gli aspetti economici del sistema elettrico italiano, attraverso la descrizione e l’analisi del funzionamento e degli esiti dei mercati elettrici verso il tempo reale, alla luce del ruolo e degli effetti degli economics delle fonti rinnovabili.
Particolare attenzione è dedicata all’evoluzione del sistema regolatorio, affrontata in termini attuali e prospettici.
Le dinamiche che governano mercato e regolamentazione dell’energia elettrica impongono agli operatori un continuo aggiornamento dei propri modelli di business: il modulo raccoglie pertanto le risposte degli stakeholder al nuovo assetto del sistema anche attraverso testimonianze dei principali soggetti istituzionali e privati coinvolti nell’intera filiera del sistema elettrico.
Il 23 febbraio 2021 il partner di Elemens Tommaso Barbetti ha moderato la tavola rotonda “Financing the New Energy System” nell’ambito del summit sulle rinnovabili Etalia.
Sotto l’agenda dell’incontro, a cui hanno partecipato Luca Matrone (Global Head of Energy, Intesa SanPaolo), Carlo Montella (Partner, Orrick), Claudio Petrolini (Senior Vice President – Italy, Cubico Sustainable Investments) e Pietro Zerauschek (Managing Director, LBO France)
What is the appetite for financing new investment into the Italian Energy Transition?
In which markets and sectors are there bankable opportunities?
What are the biggest challenges and opportunities in financing bids in the utility scale clean energy power auctions?
How is Italy performing in attracting long term asset investment and maintaining a healthy M&A market to recycle capital into new projects?
Which financing structures and partnerships are successful for other infrastructure investments such as grid upgrades, e-mobility roll outs and storage?
Elemens ha realizzato uno studio per l’Associazione Motus-E, la prima associazione italiana del settore della mobilità elettrica, volto a sviluppare una proposta coerente con il quadro regolatorio europeo e utile ad integrare in Italia l’elettricità prodotta da fonti rinnovabili tra i carburanti della nuova mobilità.
Nell’ambito dello studio, Elemens ha elaborato il design di un meccanismo regolatorio in grado di integrare l’energia rinnovabile nel meccanismo dei CIC (Certificati di Immissione in Consumo) e promuovere lo sviluppo della mobilità elettrica.
Che il 2020 sia stato un anno particolare anche per il mondo dell’energia è evidente a tutti: la situazione emergenziale, divenuta ormai strutturale, introdotta dalla pandemia ha ridotto i consumi elettriciabbassando i prezzi dell’energia (per la prima volta dal 2013 il PUN ha toccato il floor di 0 €/MWh). Se questo da una parte ha ridotto la spesa per i consumatori, dall’altra ha creato qualche mal di testa ai produttori rinnovabili, a causa dell’aumento della cannibalizzazione dei prezzi, e ai termoelettrici che hanno visto il clean spark spread entrare in terreno negativo.
Tuttavia, nonostante i timori di una crisi prolungata, benché il prezzo medio dell’anno 2020 abbia raggiunto il minimo storico, nel secondo semestre il mercato si è attestato a valori non distanti allo stesso periodo dell’anno precedente con una riduzione di 4 €/MWh, in linea con la contrazione della domanda (-3% vs secondo semestre 2019). Infatti, dopo il lockdown primaverile, caratterizzato da una vera e propria serrata di molti siti produttivi, domanda e prezzi elettrici hanno imboccato un trend crescente, invertito solo ad ottobre ma subito recuperato a partire da novembre, che ha portato la richiesta di energia elettrica di dicembre 2020 a superare il valore registrato nel 2019, evento simbolicamente rilevante considerando il contesto in cui si inserisce. Il dato che vede la domanda elettrica del 2020 in contrazione del 5,3% anno su anno non deve quindi trarre in inganno sull’effettivo stato di salute del mercato elettrico: la riduzione è dovuta principalmente ai mesi delle restrizioni più severe per combattere la pandemia, mentre la restante parte dell’anno ha soddisfatto le attese portando i consumi a 302 TWh, lo stesso valore previsto prima dell’estate da Elemens.
Il nuovo anno: commodities, domanda e soprattutto import
Non sorprende, quindi, che il 2021 sia iniziato con i prezzi elettrici in risalita rispetto ai mesi precedenti, ma a fronte della fiammata registrata nei primi venti giorni di gennaio (che vede il PUN crescere del 17% rispetto a dicembre 2020) e dello stato di incertezza che caratterizza i mercati energetici in questo periodo è lecito chiedersi, e cercare di capire, se questo aumento sia dovuto a una fisiologica risposta alla variazione dei classici driver di prezzo o se possa essere ricondotto a un cambiamento strutturale dei fondamentali tale da riflettersi sulle aspettative degli operatori di mercato. A tal proposito, nonostante l’approssimazione che caratterizza questo esercizio poiché concentrato su un periodo di tempo estremamente ridotto, può essere interessante confrontare il PUN delle prime tre settimane di gennaio del 2021 con lo stesso periodo dell’anno precedente valutando l’impatto dei singoli fattori sul prezzo.
Dall’analisi emerge come i tre fattori che solitamente influiscono in maggior misura sui prezzi di mercato – rinnovabili, domanda e costo delle commodities – in questo caso pesino solo per la metà dell’aumento su base tendenziale. Difatti se le rinnovabili – spinte soprattutto dall’eolico che, con una crescita superiore al 30%, bilancia le variazioni di PV e idroelettrico – smussano leggermente i prezzi, la domanda in lieve rialzo e i costi delle commodities in forte aumento (con il prezzo gas che registra un aumento maggiore del 50% rispetto a gennaio 2020) contribuiscono a una crescita significativa del PUN. La spinta decisiva al PUN al superamento dei 60 €/MWh è stata tuttavia data dall’import: gli scambi di energia sulla frontiera Nord con le nazioni continentali si sono ridotti circa del 40% andando ad aumentare la quantità di energia prodotta sul territorio nazionale con l’ovvia conseguenza, come suggerito dalla struttura del costo di generazione termoelettrica, di un innalzamento del Prezzo unico nazionale trascinato anche da una possibile riduzione della pressione competitiva sul parco di generazione. Il crollo dell’import è dovuto principalmente all’innalzamento del costo dell’energia a livello europeo che ha causato la riduzione del differenziale di prezzo tra PUN e zone continentali confinanti (-66% anno su anno) ed ha, a cascata, impattato anche gli scambi con l’Italia. La tendenza bullish che ha caratterizzato i prezzi spot ha diverse cause nei singoli paesi, ma verosimilmente i principali fattori di questo andamento sono da cercare, ancora una volta, nell’aumento del costo delle commodities e della domanda elettrica, quest’ultima alimentata dalle basse temperature (in Spagna i prezzi sono cresciuti fino superare in media i 70 €/MWh, una soglia raggiunta solo da due mesi negli ultimi 5 anni).
Cause delle principali variazioni tendenziali del PUN (elaborazioni Elemens)
Fonte: Elemens
Un mutamento delle aspettative?
Per capire se la fiammata sta producendo effetti strutturali, è utile anche volgere lo sguardo ai futures, valori che più riflettono gli umori degli operatori. L’aumento del PUN, sicuramente unito ad un cauto ottimismo sulla possibilità di contenere la pandemia grazie alla diffusione dei primi vaccini, ha contribuito a rialzare i valori delle quotazioni a termine: è significativo a tal proposito l’esempio dato dal prodotto mensile per il mese di febbraio 2021 che si è apprezzato di circa 10 €/MWh nel solo mese di dicembre, per poi continuare a salire anche nel corso di gennaio. Questo andamento è seguito quasi pedissequamente anche da altri prodotti, come ad esempio il baseload 2022 che crescendo gradualmente ha già recuperato 4 €/MWh nell’ultimo mese. Tuttavia, tale andamento dei mercati, pur collocandosi in un contesto rialzista abbastanza stabile potrebbe essere ancora soggetto ad una significativa volatilità, perfettamente comprensibile vista l’incertezza del periodo che potrebbe aumentare l’instabilità dei mercati.
Per sapere cosa ci riserveranno i prossimi mesi, soprattutto sul mercato a termine, sarà necessario tenere d’occhio le previsioni sull’evoluzione nel breve periodo della domanda elettrica – che risultano significativamente variabili e soggette a repentini cambiamenti legati all’evoluzione della pandemia – e del mercato del gas, recentemente soggetto a forte volatilità congiunturale. Nel mentre, gli operatori rinnovabili potranno sfruttare questa finestra rialzista per provare ad ottenere condizioni leggermente più convenienti nella stipula dei contratti di lungo periodo.
Elemens ha presentato uno studio sulle Comunità Energetiche commissionato da Legambiente, nell’ambito del Forum Qualenergia svoltosi il 2 dicembre 2020. Maggiori dettagli sono disponibili a questo link.
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