Per gentile concessione di Qualenergia
Le direttive europee che tracciano la strada per le comunità dell’energia e l’autoconsumo collettivo sono state approvate tra dicembre 2018 e gennaio 2019. Dovranno essere recepite entro il 2021, ma è unanime la convinzione che sia meglio giocare d’anticipo e ci si sta muovendo per farlo.
Dall’emendamento Vallascas al Decreto Crescita (inammissibile), alla risoluzione della X Commissione del Senato (approvata all’unanimità, ma non vincolante), fino all’ultimo emendamento al Milleproroghe in fase di conversione presentato dal presidente di quella stessa commissione Gianni Girotto (in primo momento dichiarato inammissibile e poi riammesso), i tentativi di sbloccare la situazione sono diversi.
Se finora non sono andati a segno, c’è comunque da sperare bene: lo dimostrano l’appoggio trasversale alla proposta di Girotto – firmata anche dal PD e accompagnata da un emendamento fotocopia della Lega – ma anche i discorsi che sono emersi ieri al convegno “Energy community: dall’Europa all’Italia, dalla teoria alla pratica”, tenutosi nella sede del Gse ed organizzato dal Tavolo dell’Autoconsumo coordinato da eLeMeNS e Public Affairs Advisors (si veda sotto l’intervista al coordinatore Giovanni Galgano).
Quattro anni fa, la nascita del Tavolo – che riunisce aziende del calibro A2A, Axpo, Edison, Engie, E.ON, Falck Renewables, Iren e Sorgenia – è stata il segnale che l’autoconsumo e le comunità dell’energia non erano più temi di nicchia da ambientalisti e associazioni delle rinnovabili. Ma, allora, istituzioni come l’Autorità per l’Energia e il MiSE erano, per usare un eufemismo, piuttosto prudenti su questa trasformazione del sistema energetico.
Oggi, dopo il Clean Energy Package europeo e con gli obiettivi tracciati nel Pniec l’atteggiamento è cambiato e la diffusione dell’autoconsumo non è più una sorta di deriva da governare, ma una rotta su cui spingere.

D’altra parte, come sottolinea eLeMeNS nello studio presentato per l’occasione (slide in basso), se come prevede il Pniec dobbiamo passare da 300-400 MW di nuova potenza fotovoltaica l’anno a oltre 3 GW, la crescita dell’autoconsumo dovrà essere nell’ordine delle 4-5 volte rispetto alle dimensioni del mercato attuale e inevitabilmente tale processo passa per l’allargamento del perimetro di mercato grazie all’autoconsumo collettivo, peraltro imposto dalla direttive europee da recepire.
Non si tratta dunque di se e quando, ma di come farlo. E la presentazione ha illustrato i vari bivi che ci troviamo di fronte nel disegnare le regole per le nuove comunità dell’energia: la condivisione dovrà essere fisica o virtuale? Il sistema incentivante esplicito o semi-implicito (cioè sul modello dell’esenzione dagli oneri)?
E ancora: quanto potranno essere estese le nuove configurazioni? Si va dall’ipotesi minima di permettere l’autoconsumo collettivo solo al singolo edificio fino a quella massima, di renderlo possibile a interi quartieri. E poi su che unità temporale calcolare la quota di autoconsumo?

L’ “emendamento Girotto” prevede una condivisione virtuale e un incentivo esplicito e riprende in sostanza la proposta presentata a KeyEnergy da Legambiente e Italia Solare, ricordata al convegno dal vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini.
Anche per Fabio Bulgarelli, responsabile affari regolatori di Terna, meglio un’incentivazione esplicita, “anche per controllarne effetti”, ha spiegato.
Per Davide Valenzano responsabile affari regolatori del Gse “il supporto va comunque accompagnato con la semplificazione”. Qui entrano in gioco le Regioni, con le quali, ha sottolineato anche l’amministratore delegato (uscente) del Gse Roberto Moneta, “è essenziale collaborare”.
A Luciano Barra, capo segreteria tecnica della DG Energia del MiSE “non appassiona” il fatto che il tema incentivi sia così centrale: “l’esenzione dagli oneri è governata bene da Arera e ci sono strumenti per gestire in maniera dinamica l’uso della rete”, ha affermato, anche se ha precisato che “il monitoraggio sarà fondamentale; nessuno si aspetti una situazione cristallizzata per sempre”, mentre il presidente di Arera Stefano Besseghini è per l’incentivo esplicito.
Quanto alle reti, quasi tutti vedono più praticabile la strada della condivisione virtuale: “non ha senso duplicarle”, spiega ad esempio Barra, che annuncia anche un’ azione sugli SDC: “ abbiamo una richiesta forte da parte delle Regioni di regolarli, e si deve farlo coerentemente agli obiettivi di decarbonizzazione”.
Qualche domanda a Giovanni Galgano, coordinatore del Tavolo dell’Autoconsumo a margine dell’evento: