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Nelle ultime settimane è tornato di stretta attualità il tema delle verifiche del GSE sui progetti di efficientamento, un tema legato all’elevata complessità burocratica relativa al conseguimento dei titoli?
Cerchiamo di fare chiarezza, partendo da una breve descrizione del meccanismo nel tentativo di fare luce sulle criticità che hanno portato a questa situazione.
I certificati bianchi o più propriamente titoli di efficienza energetica (TEE) dal 2005 sono il principale strumento di incentivazione e promozione dell’efficienza energetica in Italia. I TEE sono titoli negoziabili che certificano il conseguimento di risparmi energetici negli usi finali di energia, ottenibili tramite interventi e progetti di incremento dell’efficienza energetica. L’attività di gestione, valutazione e certificazione dei risparmi ottenuti tramite i suddetti interventi e progetti fa capo al GSE che, una volta riconosciuti e quantificati i risparmi, si affida al GME per l’emissione dei relativi titoli su appositi conti.
Per presentare i progetti al GSE e quindi ottenere il riconoscimento dei certificati bianchi, esistono 2 procedure: una a consuntivo, relativa a progetti con caratteristiche complesse in cui è lo stesso operatore a proporre un algoritmo di calcolo del risparmio, e una standardizzata, relativa a progetti con carattere di maggior replicabilità. E’ proprio su quest’ultima categoria, con un dimensione che nel 2018 ha rappresentato ben il 40% del totale del mercato dei certificati bianchi, che si stanno concentrando le maggiori criticità.
Al riguardo, i dati sulle verifiche condotte dal GSE nel triennio 2017-2019 sulla documentazione dei progetti ricadenti nella categoria “schede standard” parlano chiaro: a fronte di 10.600 controlli conclusi, nel 95% dei casi sono state riscontrate delle irregolarità che hanno comportato la revoca degli incentivi erogati, per un controvalore di circa 600 milioni di euro. Per avere un’idea della dimensione, stiamo parlando di un numero di progetti “revocati” superiore rispetto a quelli presentati nel biennio 2016-2017: un fenomeno quindi che pare aver superato il limite del fisiologico per addentarsi oltre il confine del patologico.
Già dal 2015 erano emerse non poche criticità legate all’autocertificazione su cui si basano le schede standard, affrontate a più riprese dal GSE, di concerto con il MISE, in particolare con il superamento delle prime schede standard e soprattutto con l’intensificazione dei controlli sui progetti di efficienza beneficiari dei TEE.
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