Tavolo autoconsumo al Senato: bene le regole ma serve una remunerazione adeguata

Per gentile concessione di Staffetta Quotidiana

22 Maggio 2020

Per far crescere l’autoconsumo di energia elettrica soprattutto dopo il coronavirus bisognerà attuare in modo estensivo la direttiva Red II e pensare a come remunerare i nuovi meccanismi. Questo il parere presentato al Senato dal Tavolo Autoconsumo, che ieri è stato ascoltato dalla commissione Politiche Ue nell’ambito del ciclo di audizioni sulla Legge di delegazione europea 2019. All’audizione ha presenziato anche Laura Agea, sottosegretaria di Stato alla presidenza del Consiglio con delega agli Affari europei.

Dopo una breve introduzione di Giovanni Galgano (Public Affair Advisors), Tommaso Barbetti (Elemens) ha esordito prendendo come riferimento gli obiettivi del Piano nazionale integrato energia e clima: “Se prendiamo come riferimento i valori del 2019, che sono valori purtroppo persino ottimistici rispetto a quelli 2020 per via dell’emergenza sanitaria, quello del fotovoltaico è un mercato che dovrà cresce di circa cinque-sei volte”, e per crescere così tanto “è necessario che ci siano nuovi modelli”.

La matrice comune di questi modelli, ha spiegato Barbetti, è il superamento dell’autoconsumo individuale. Le direttive, ha ricordato, andranno recepite nel giro di un anno e per quanto riguarda il modello sperimentale proposto dal decreto Milleproroghe “siamo in attesa dei decreti attuativi del ministero e della delibera dell’Autorità, dopodiché il modello sarà operativo e funzionerà fino ai sessanta giorni successivi al recepimento della direttiva Red II, ipoteticamente fino ad agosto del 2021”.

Dopo aver dato un quadro dei tempi, rispetto alle direttive Berbetti ha voluto far presente diverse considerazioni ai parlamentari. In primo luogo ha voluto “rimarcare il concetto che i modelli sono quattro, dal condominio al centro commerciale” fino “ai soggetti che si trovano in edifici diversi, alle comunità di energia” e infine “alla previsione di un modello di distribuzione”. La Red II, ha concluso, “non ci parla di un solo modello, ci parla di una pluralità di modelli, perché tante sono le situazioni in cui l’autoconsumo può essere effettuato, e innamorarsi di un solo modello, innamorarsi di una sola soluzione significa perdere una parte delle soluzioni che l’Unione Europea ci ha messo a disposizione, e questo lo diciamo soprattutto in relazione al tema dei modelli virtuali, che sono senz’altro la base su cui il modello dovrà crescere senza escludere a priori la considerazione che i modelli fisici, in alcune aree dove non c’ è duplicazione di rete ci pare una scelta che matura”.

Secondo elemento da tenere in conto è il ruolo che le grandi aziende e le Escopotranno assumere. “Non significa perdere di vista lo spirito della direttiva, uno spirito che dà un forte ruolo ai membri di queste comunità, ma bisogna sempre tener conto della capacità di investimento delle grandi aziende e delle Esco che può sostanzialmente alleviare il costo degli investimenti ritagliando comunque un ruolo centrale ai cittadini”. Inoltre bisognerà fare attenzione a non disegnare un quadro eccellente dal punto di vista delle norme ma insufficiente “dal punto di vista degli stimoli economici che vengono dati al agli impianti. È un quadro che non genera investimenti. Dunque il livello di remunerazione che dovrà essere previsto dovrà essere adeguato a garantire un’equa remunerazione delle iniziative”.

Infine andrà creato un processo semplice e comprensibile. “I primi elementi normativi che sono stati introdotti proprio nella sperimentazione prevista dal Milleproroghe sembrano proprio andare questa direzione, ed è senz’altro un grande merito che va riconosciuto sia il legislatore sia soprattutto al regolatore, speriamo che questa semplicità di processo non si perda di vista perché appunto questi modelli dovranno rivolgersi a cittadini e dai cittadini dovranno essere compresi”.

Il senatore del Movimento 5 Stelle Pietro Lorefice ha interrogato i rappresentanti del Tavolo sul ruolo che potrà avere lo storage in questo processo. Citando il passaggio di Arera, ascoltata subito prima (v. Staffetta 21/5), ha chiesto se sarà “necessaria l’individuazione e definizione di forme di remunerazione a lungo termine derivante da procedure competitive che consentano di ridurre i rischi associati allo sviluppo dei sistemi di accumulo”.

Su questo il Tavolo Autoconsumo non ha dubbi: “i sistemi di autoconsumo vanno a braccetto con il tema con il tema dell’accumulo – ha risposto Barbetti – e una volta che verrà definita un’equa remunerazione per i modelli di autoconsumo in generale, che consente di premiare l’energia condivisa, automaticamente questa premialità si potrà scaricare anche sui sistemi di accumulo. Se il premio va all’energia condivisa, i sistemi di accumulo, sono quelli che consentono di massimizzare l’energia condivisa”. Le intenzioni delle Autorità tuttavia, ha concluso Barbetti, sono probabilmente più estese: “Io credo che Besseghini andasse oltre e parlasse anche di storage legato a modelli di generazione centralizzata”.

 

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