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5 Giugno 2020
Sono passati quasi cento anni. Era il 1921, e nel piccolo comune di Funes tre agricoltori e un artigiano fondarono la “Società elettrica di Santa Maddalena”: l’obiettivo era produrre energia idroelettrica a vantaggio dei soci e delle loro attività, tra cui segherie, officine del legno e mulini. Dei pionieri. Ora nella cooperativa elettrica della provincia di Bolzano, soci e abitanti della valle sono intrecciati e riescono a soddisfare pienamente il fabbisogno del territorio. Producono più energia pulita di quanta ne consumino e il surplus viene venduto alla rete nazionale.
Un secolo dopo la loro idea viene “certificata” istituzionalmente: l’ultimo Decreto Milleproroghe, infatti, ha sancito anche per l’Italia la nascita ufficiale delle comunità energetiche, attraverso le quali sarà possibile condividere l’energia prodotta da impianti rinnovabili per potenza complessiva inferiore ai 200 kW ed effettuare autoconsumo utilizzando la linea di distribuzione elettrica esistente. Una misura che riprende la direttiva europea 2018-2001 con la quale i cittadini potranno avere un ruolo attivo nella produzione di energia, ottimizzando produzione e consumi.
Come Funes, ce ne sono tante di realtà rinnovabili in Italia, e tante altre vorrebbero aderire. Perché fino a ora, l’energia prodotta da un impianto fotovoltaico poteva essere utilizzata esclusivamente dal titolare dell’impianto stesso oppure venduta e messa in rete. Aver recepito la Direttiva Europea invece, permette che l’energia rinnovabile prodotta da sistemi terzi possa essere utilizzata localmente da ciascun individuo, per far fronte alle proprie necessità. L’esempio più immediato, ovviamente, è quello dei condomini. E secondo il report Energy@Home stilato da Elemens, in Italia ci sono 2,6 milioni di condomini potenzialmente interessati all’installazione di impianti fotovoltaici per comunità energetiche con circa 29 GW di potenza fotovoltaica. Un vantaggio sia economico che ambientale. I risparmi sulle bollette potranno essere sostanziosi – intorno al 20% – con la riduzione del prezzo dell’energia elettrica all’ingrosso e nuovi posti di lavoro. Ma non solo: la figura dei prosumer condominiali – produttori e al contempo consumatori – porterà a nuove forme di sharing energy.
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